From 743f9eabc5f09067f9041be22fc211f990d97a06 Mon Sep 17 00:00:00 2001 From: Raytrayen Beakovic Lauria Date: Thu, 5 May 2022 09:44:11 -0700 Subject: [PATCH] Aggiornare 'content/map/dolphynologi.md' --- content/map/dolphynologi.md | 59 +++++++++++++++++++++++++++++++++++++ content/map/map1.md | 8 ----- 2 files changed, 59 insertions(+), 8 deletions(-) create mode 100644 content/map/dolphynologi.md delete mode 100644 content/map/map1.md diff --git a/content/map/dolphynologi.md b/content/map/dolphynologi.md new file mode 100644 index 0000000..7c71c5f --- /dev/null +++ b/content/map/dolphynologi.md @@ -0,0 +1,59 @@ ++++ +title = "Dolphynologi: cosa si prova ad essere un delfino?" +has_toponyms = ["toponym2.md", "toponym3.md"] ++++ + +# Concept Note + +In What is like to be a bat? il filosofo americano Thomas Nagel ha ammesso la nostra impossibilità, come esseri umani, di +comprendere che cosa provi un pipistrello a essere un pipistrello. La nostra esperienza del mondo è infatti vincolata alla +nostra condizione di animali umani. Possiamo, tutt’al più, immaginare di assumere il punto di vista del pipistrello. +Tuttavia, l’immaginazione, secondo Nagel, non costituirà una buona guida per il nostro compito. + +Il progetto di ricerca intende provare a scardinare questa convinzione, sviluppando una pratica immaginativa che – sebbene +non ci renderà all’improvviso altro da noi – possa perlomeno condurci ad assumere un punto di vista diverso dal nostro. +Come scrive Peter Godfrey-Smith, filosofo della scienza e autore di Altre Menti: + +Penso che possiamo avvicinarci alle esperienze degli altri animali cominciando dalla nostra e poi introducendo delle +modificazioni, immaginandole a seconda di quello che apprendiamo dalla biologia. […] Non possiamo catturare a parole che cosa +si prova a essere un altro animale (o anche un altro essere umano) ma le parole possono aiutarci ad avvicinarci a questo +sentimento con l’immaginazione. + +Per condurre questo tentativo, si è stabilito di prendere in considerazione uno specifico soggetto animale: i delfini. +Questo peculiare gruppo di mammiferi marini, appartenenti all’ordine dei cetacei, popola l’immaginario umano sin dai tempi +antichi, diventando protagonista di eventi leggendari nelle opere di Plinio Il Vecchio e Iginio. Come gli umani, i delfini +sono mammiferi dotati di respirazione polmonare, neocorteccia e caratterizzati dall’allattamento della prole. Al contempo, +i delfini costituiscono un esempio di entità radicalmente altra dall’umano in quanto non terrestri, ma abitanti di quella +porzione di mondo – gli oceani – che ricopre il 70% della superficie del Pianeta. La loro non-terrestrità è legata +all’abitare un ambiente, quello acquatico, nel quale l’uomo si muove con difficoltà e che ha comportato lo sviluppo di +caratteristiche biologiche necessarie al loro adattamento. +La biologia del delfino colpisce a primo impatto per l’impiego dell’ecolocalizzazione, vale a dire un sonar biologico che, +alternativamente alla vista, assolve la funzione di leggere lo spazio attraverso l’emissione di suoni e il successivo +rimbalzo delle eco. Sebbene i delfini siano comunque dotati di vista, questo senso non è particolarmente vantaggioso in +un ambiente a tratti torbido e con scarsa illuminazione. Al contrario, il suono si propaga molto più velocemente nell’acqua, +dove i delfini producono fischi e impulsi sonori che raggiungono frequenze inaudibili da orecchio umano. Se ne evidenzia +un’ulteriore caratteristica: la voce. Lo notava già Aristotele: + +«La voce del delfino nell’aria è simile a quella dell’uomo in quanto questi animali sono in grado di pronunciare vocali e +combinazioni di vocali, ma hanno difficoltà con le consonanti». + +Il repertorio vocale del delfino si compone di una vasta varietà di suoni, chiamati whistles, clicks e chirps. Solo alcuni +di questi vengono impiegati per l’ecolocalizzazione (clicks), mentre gli altri sono ciò che rendono il delfino un abilissimo +comunicatore. Le ricerche più recenti si spingono ad affermare senza troppe riserve che i delfini siano provvisti di un +linguaggio complesso. +Per i motivi illustrati, il format che si presta meglio all’elaborazione di una pratica immaginativa volta al decentramento +della prospettiva umana è quello sonoro. In particolare, si intende sfruttare la pratica della listening session, intesa +come guida a una pratica immaginativa e immersiva, rivolta a una collettività di ascoltatori. Simulando il setting di una +ricerca sul campo nell’ambito della biologia marina, l’ascoltatore verrà condotto all’ascolto della voce del delfino, +attraverso il suo ampio repertorio di suoni. Lasciare parlare il delfino, costringendo i partecipanti all’ascolto, cioè +una condizione di ricettività, farà emergere una prospettiva altra, non-umana. Non solo, ma il linguaggio – questa volta +il linguaggio non-umano – potrà risultare all’interno di questa ricerca come una pratica di soggettivizzazione, in grado di +suscitare riflessioni riguardo allo statuto dei cetacei, soggettività in pericolo in un territorio minacciato dall’attività +antropogenica (per esempio, l’acidificazione degli oceani e l’inquinamento acustico). +In conclusione, la pratica immaginativa che si intende sviluppare punta ad avere una doppia valenza, istruttiva e +trascendente: da un lato ci guida verso il possibile, mentre dall’altro ci conduce a un altrove, comportando uno +sconfinamento. + + + + diff --git a/content/map/map1.md b/content/map/map1.md deleted file mode 100644 index 025c033..0000000 --- a/content/map/map1.md +++ /dev/null @@ -1,8 +0,0 @@ -+++ -title = "Map 1" -has_toponyms = ["toponym2.md", "toponym3.md"] -+++ - -# About - -Something about Map 1.